Di Alberto Cei. In questi anni si è sviluppata la consapevolezza che lo sport e, più in generale l’attività motoria, possano rappresentare una delle situazioni più significative in cui promuovere lo sviluppo e il benessere individuale ed è stato anche riconosciuto che la sedentarietà partecipa in modo determinante allo sviluppo di patologie fisiche e mentali.
In relazione a questo tipo di consapevolezza, in Italia, siamo in ritardo poiché abbiamo una notevole percentuale di bambini in sovrappeso e di adulti sedentari. Per quanto riguarda le persone con disabilità e in particolare i bambini con disabilità intellettiva la situazione è anche peggiore, poiché non vi sono dati per conoscere in che misura e con che frequenza pratichino attività motoria e sportiva, anche se sono circa 216.00 quelli che frequentano la scuola e di questi il 68% sono con disabilità intellettiva.